Marlane. La fabbrica dei veleni. Storia e storie avvelenate
di Francesco Cirillo e Luigi Pacchiano. La Marlane di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile del gruppo Marzotto, dal 1973 al 2001 ha causato oltre 100 operai morti per tumore e altri 60 ammalati ancora oggi. Il territorio e il mare di Praia sono serviti da discarica per i rifiuti tossici delle lavorazioni. Tutto questo è avvenuto con la complicità delle amministrazioni locali e dei partiti (di centro destra e centro sinistra), delle autorità sanitarie, di Cgil-Cisl-Uil, dei mezzi di “informazione”; che per anni hanno negato, minimizzato, insabbiato, ma anche criminalizzato chi lottava contro il lavoro portatore di morte, contro la fabbrica dei veleni. La strage di Praia a Mare non è avvenuta “per caso”, per “mancata conoscenza” dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del “costo del lavoro”, un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per “garantire” l'occupazione. Il libro di Francesco Cirillo, scritto insieme all’operaio Luigi Pacchiano, è corredato dalle interviste di Giulia Zanfino.
Francesco Cirillo è nato a Diamante nel 1950 dove vive, scrive e dipinge. Militante no global ed ambientalista, tra i fondatori dei Verdi in Italia nel 1986, si occupa di problematiche sociali ed ambientali legate alla sua terra che odia e ama nello stesso tempo. Blogger e Giornalista pubblicista collabora con varie testate giornalistiche quali Mezzoeuro, Cultura Calabrese, il Diogene.
È direttore responsabile, dal 2002, del mensile dell'Amministrazione Comunale di Diamante “L'Olmo”; direttore del periodico dei detenuti “L'evasione - idee in fuga”. Per la sua attività giornalistica in campo ambientale ha ricevuto nel 2005 il Premio nazionale di Ecologia “Luigiano d'Oro”. Gestisce i siti www.sciroccorosso.org, ed i blog http://scirocco.blog.tiscali.it e http://blog.libero.it dalla trincea da dove continua la sua battaglia contro la 'ndrangheta nella politica e le devastazioni ambientali.
Per info: www.coessenza.org/news156-Marlane-la-fabbrica-dei-veleni-156.htm
Marlane. La fabbrica dei veleni. Storia e storie avvelenate
di Francesco Cirillo e Luigi Pacchiano. La Marlane di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile del gruppo Marzotto, dal 1973 al 2001 ha causato oltre 100 operai morti per tumore e altri 60 ammalati ancora oggi. Il territorio e il mare di Praia sono serviti da discarica per i rifiuti tossici delle lavorazioni. Tutto questo è avvenuto con la complicità delle amministrazioni locali e dei partiti (di centro destra e centro sinistra), delle autorità sanitarie, di Cgil-Cisl-Uil, dei mezzi di “informazione”; che per anni hanno negato, minimizzato, insabbiato, ma anche criminalizzato chi lottava contro il lavoro portatore di morte, contro la fabbrica dei veleni. La strage di Praia a Mare non è avvenuta “per caso”, per “mancata conoscenza” dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del “costo del lavoro”, un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per “garantire” l'occupazione. Il libro di Francesco Cirillo, scritto insieme all’operaio Luigi Pacchiano, è corredato dalle interviste di Giulia Zanfino.
Francesco Cirillo è nato a Diamante nel 1950 dove vive, scrive e dipinge. Militante no global ed ambientalista, tra i fondatori dei Verdi in Italia nel 1986, si occupa di problematiche sociali ed ambientali legate alla sua terra che odia e ama nello stesso tempo. Blogger e Giornalista pubblicista collabora con varie testate giornalistiche quali Mezzoeuro, Cultura Calabrese, il Diogene.
È direttore responsabile, dal 2002, del mensile dell'Amministrazione Comunale di Diamante “L'Olmo”; direttore del periodico dei detenuti “L'evasione - idee in fuga”. Per la sua attività giornalistica in campo ambientale ha ricevuto nel 2005 il Premio nazionale di Ecologia “Luigiano d'Oro”. Gestisce i siti www.sciroccorosso.org, ed i blog http://scirocco.blog.tiscali.it e http://blog.libero.it dalla trincea da dove continua la sua battaglia contro la 'ndrangheta nella politica e le devastazioni ambientali.
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Marlane. La fabbrica dei veleni. Storia e storie avvelenate
di Francesco Cirillo e Luigi Pacchiano. La Marlane di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile del gruppo Marzotto, dal 1973 al 2001 ha causato oltre 100 operai morti per tumore e altri 60 ammalati ancora oggi. Il territorio e il mare di Praia sono serviti da discarica per i rifiuti tossici delle lavorazioni. Tutto questo è avvenuto con la complicità delle amministrazioni locali e dei partiti (di centro destra e centro sinistra), delle autorità sanitarie, di Cgil-Cisl-Uil, dei mezzi di “informazione”; che per anni hanno negato, minimizzato, insabbiato, ma anche criminalizzato chi lottava contro il lavoro portatore di morte, contro la fabbrica dei veleni. La strage di Praia a Mare non è avvenuta “per caso”, per “mancata conoscenza” dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del “costo del lavoro”, un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per “garantire” l'occupazione. Il libro di Francesco Cirillo, scritto insieme all’operaio Luigi Pacchiano, è corredato dalle interviste di Giulia Zanfino.
Francesco Cirillo è nato a Diamante nel 1950 dove vive, scrive e dipinge. Militante no global ed ambientalista, tra i fondatori dei Verdi in Italia nel 1986, si occupa di problematiche sociali ed ambientali legate alla sua terra che odia e ama nello stesso tempo. Blogger e Giornalista pubblicista collabora con varie testate giornalistiche quali Mezzoeuro, Cultura Calabrese, il Diogene.
È direttore responsabile, dal 2002, del mensile dell'Amministrazione Comunale di Diamante “L'Olmo”; direttore del periodico dei detenuti “L'evasione - idee in fuga”. Per la sua attività giornalistica in campo ambientale ha ricevuto nel 2005 il Premio nazionale di Ecologia “Luigiano d'Oro”. Gestisce i siti www.sciroccorosso.org, ed i blog http://scirocco.blog.tiscali.it e http://blog.libero.it dalla trincea da dove continua la sua battaglia contro la 'ndrangheta nella politica e le devastazioni ambientali.
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Marlane. La fabbrica dei veleni. Storia e storie avvelenate
di Francesco Cirillo e Luigi Pacchiano. La Marlane di Praia a Mare (CS), fabbrica tessile del gruppo Marzotto, dal 1973 al 2001 ha causato oltre 100 operai morti per tumore e altri 60 ammalati ancora oggi. Il territorio e il mare di Praia sono serviti da discarica per i rifiuti tossici delle lavorazioni. Tutto questo è avvenuto con la complicità delle amministrazioni locali e dei partiti (di centro destra e centro sinistra), delle autorità sanitarie, di Cgil-Cisl-Uil, dei mezzi di “informazione”; che per anni hanno negato, minimizzato, insabbiato, ma anche criminalizzato chi lottava contro il lavoro portatore di morte, contro la fabbrica dei veleni. La strage di Praia a Mare non è avvenuta “per caso”, per “mancata conoscenza” dei prodotti usati nel ciclo lavorativo. La strage di Praia è avvenuta per scelta, la scelta del profitto. Quella scelta che vede nelle misure di sicurezza, nella salvaguardia della salute e delle vite di chi lavora, solamente un elemento aggiuntivo del “costo del lavoro”, un onere da evitare con cura per non diminuire i profitti, per “garantire” l'occupazione. Il libro di Francesco Cirillo, scritto insieme all’operaio Luigi Pacchiano, è corredato dalle interviste di Giulia Zanfino.
Francesco Cirillo è nato a Diamante nel 1950 dove vive, scrive e dipinge. Militante no global ed ambientalista, tra i fondatori dei Verdi in Italia nel 1986, si occupa di problematiche sociali ed ambientali legate alla sua terra che odia e ama nello stesso tempo. Blogger e Giornalista pubblicista collabora con varie testate giornalistiche quali Mezzoeuro, Cultura Calabrese, il Diogene.
È direttore responsabile, dal 2002, del mensile dell'Amministrazione Comunale di Diamante “L'Olmo”; direttore del periodico dei detenuti “L'evasione - idee in fuga”. Per la sua attività giornalistica in campo ambientale ha ricevuto nel 2005 il Premio nazionale di Ecologia “Luigiano d'Oro”. Gestisce i siti www.sciroccorosso.org, ed i blog http://scirocco.blog.tiscali.it e http://blog.libero.it dalla trincea da dove continua la sua battaglia contro la 'ndrangheta nella politica e le devastazioni ambientali.
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Ore 22.30
Concerto EGLE SOMMACAL
Il chitarrista dei MASSIMO VOLUME, con una composizione che vede nella presenza dei fiati un chiaro riferimento al dixieland e in parte al blues, consolida il suo interesse per la chitarra acustica, per le tecniche di fingerpicking trasportate anche sull’elettrica, nonché una certa passione per l’American Primitive di John Fahey, un insieme di fattori che permette il formarsi di una atmosfera onirica dai risvolti imprevedibili.
Nell’ambito della Manifestazione Nazionale di Genuino Clandestino
(Bologna, 27 settembre – 2 ottobre),
Da Rosarno a Nardò. Crisi e lotte nell’agricoltura meridionale
In molte zone del Sud Italia l’agricoltura versa in uno stato di crisi profonda e duratura ed è strozzata dalla grande distribuzione organizzata. Il settore si regge soprattutto sfruttando pesantemente i braccianti stranieri, le cui condizioni di vita e di lavoro sono drammatiche.
Far fronte a questa situazione è da anni urgente e necessario. In questo incontro ci confronteremo con alcune delle esperienze più interessanti che si occupano di questi temi: l’associazione EquoSud, che nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) costruisce progetti che uniscono braccianti africani, piccoli produttori di agrumi e gruppi di consumatori critici; e le realtà che la scorsa estate hanno dato vita allo sciopero dei braccianti africani a Nardò (Lecce).
Ne discuteremo con:
Gianluca Nigro (associazione Finis Terrae, Puglia)
Yvan Sagnet (portavoce dei braccianti in sciopero di Nardò)
Moussa Sangare (assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma)
Michele Trungadi (contadino, associazione EquoSud)
Introduce: Mimmo Perrotta
www.campiaperti.org
Nell’ambito della Manifestazione Nazionale di Genuino Clandestino
(Bologna, 27 settembre – 2 ottobre),
Da Rosarno a Nardò. Crisi e lotte nell’agricoltura meridionale
In molte zone del Sud Italia l’agricoltura versa in uno stato di crisi profonda e duratura ed è strozzata dalla grande distribuzione organizzata. Il settore si regge soprattutto sfruttando pesantemente i braccianti stranieri, le cui condizioni di vita e di lavoro sono drammatiche.
Far fronte a questa situazione è da anni urgente e necessario. In questo incontro ci confronteremo con alcune delle esperienze più interessanti che si occupano di questi temi: l’associazione EquoSud, che nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) costruisce progetti che uniscono braccianti africani, piccoli produttori di agrumi e gruppi di consumatori critici; e le realtà che la scorsa estate hanno dato vita allo sciopero dei braccianti africani a Nardò (Lecce).
Ne discuteremo con:
Gianluca Nigro (associazione Finis Terrae, Puglia)
Yvan Sagnet (portavoce dei braccianti in sciopero di Nardò)
Moussa Sangare (assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma)
Michele Trungadi (contadino, associazione EquoSud)
Introduce: Mimmo Perrotta
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(Bologna, 27 settembre – 2 ottobre),
Da Rosarno a Nardò. Crisi e lotte nell’agricoltura meridionale
In molte zone del Sud Italia l’agricoltura versa in uno stato di crisi profonda e duratura ed è strozzata dalla grande distribuzione organizzata. Il settore si regge soprattutto sfruttando pesantemente i braccianti stranieri, le cui condizioni di vita e di lavoro sono drammatiche.
Far fronte a questa situazione è da anni urgente e necessario. In questo incontro ci confronteremo con alcune delle esperienze più interessanti che si occupano di questi temi: l’associazione EquoSud, che nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) costruisce progetti che uniscono braccianti africani, piccoli produttori di agrumi e gruppi di consumatori critici; e le realtà che la scorsa estate hanno dato vita allo sciopero dei braccianti africani a Nardò (Lecce).
Ne discuteremo con:
Gianluca Nigro (associazione Finis Terrae, Puglia)
Yvan Sagnet (portavoce dei braccianti in sciopero di Nardò)
Moussa Sangare (assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma)
Michele Trungadi (contadino, associazione EquoSud)
Introduce: Mimmo Perrotta
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Da Rosarno a Nardò. Crisi e lotte nell’agricoltura meridionale
In molte zone del Sud Italia l’agricoltura versa in uno stato di crisi profonda e duratura ed è strozzata dalla grande distribuzione organizzata. Il settore si regge soprattutto sfruttando pesantemente i braccianti stranieri, le cui condizioni di vita e di lavoro sono drammatiche.
Far fronte a questa situazione è da anni urgente e necessario. In questo incontro ci confronteremo con alcune delle esperienze più interessanti che si occupano di questi temi: l’associazione EquoSud, che nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) costruisce progetti che uniscono braccianti africani, piccoli produttori di agrumi e gruppi di consumatori critici; e le realtà che la scorsa estate hanno dato vita allo sciopero dei braccianti africani a Nardò (Lecce).
Ne discuteremo con:
Gianluca Nigro (associazione Finis Terrae, Puglia)
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(Bologna, 27 settembre – 2 ottobre),
Da Rosarno a Nardò. Crisi e lotte nell’agricoltura meridionale
In molte zone del Sud Italia l’agricoltura versa in uno stato di crisi profonda e duratura ed è strozzata dalla grande distribuzione organizzata. Il settore si regge soprattutto sfruttando pesantemente i braccianti stranieri, le cui condizioni di vita e di lavoro sono drammatiche.
Far fronte a questa situazione è da anni urgente e necessario. In questo incontro ci confronteremo con alcune delle esperienze più interessanti che si occupano di questi temi: l’associazione EquoSud, che nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) costruisce progetti che uniscono braccianti africani, piccoli produttori di agrumi e gruppi di consumatori critici; e le realtà che la scorsa estate hanno dato vita allo sciopero dei braccianti africani a Nardò (Lecce).
Ne discuteremo con:
Gianluca Nigro (associazione Finis Terrae, Puglia)
Yvan Sagnet (portavoce dei braccianti in sciopero di Nardò)
Moussa Sangare (assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma)
Michele Trungadi (contadino, associazione EquoSud)
Introduce: Mimmo Perrotta
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No comment: Il libro contiene una selezione di murales e disegni fatti da Cyop&Kaf.
Terribilmente soli, o quasi, questi oramai ricercati artisti (ricercati più dalla Digos che dai collezionisti) continuano imperterriti nel loro maniacale impegno di diffusione di segni “anomali, irrequieti, talvolta inquietanti”.
“Bologna è una città in crisi. Una crisi istituzionale, ma sopratutto una crisi politica le cui origini vanno rintracciate indietro nel tempo. Come affrontarla evitando la lamentazione fine a se stessa, la mitizzazione del passato, la protesta di stampo demagogico e populista, la rassegnazione a un degrado culturale che sembra inarrestabile? Abbiamo riunito in questo volume voci che appartengono a culture, generazioni e professioni diverse, accomunate dalla volontà di non rimanere alla superficie dei problemi affrontati, di evitare luoghi comuni, di porre domande scomode e cercare risposte accomodanti. L’obiettivo è quello di stimolare un dibattito vero in una città smarrita, ma che non vuole rinunciare alla propria cultura civile. Una città che non trova luoghi e occasioni per interrogare se stessa ed elaborare progetti per il futuro, e rimanere inascoltata da un ceto politico prigioniero della propria autoreferenzialità”.
Un libro per comprendere la crisi di Bologna e stimolare un dibattito reale al di fuori del circuito autoreferenziale della politica, in evidente crisi di legittimazione. No comment: Il libro contiene una selezione di murales e disegni fatti da Cyop&Kaf.
Terribilmente soli, o quasi, questi oramai ricercati artisti (ricercati più dalla Digos che dai collezionisti) continuano imperterriti nel loro maniacale impegno di diffusione di segni “anomali, irrequieti, talvolta inquietanti”.
Ciro è un giovane pugile di Napoli, dell’antico quartiere Ventaglieri, nel centro storico della città. La sua storia è quella di un mite che pratica uno sport di sfida cruenta e che, nella parte di mondo nella quale vive, aggredisce le difficoltà della vita con tenerezza e silenziosa tenacia, da campione leale. Il film racconta i silenzi, il respiro, i corpi, i ring, le urla dei tifosi-bambini, la tenerezza di Ciro in forte contrasto con la rudezza del mondo della boxe, il rapporto che ha con la madre, con la fidanzata Annarita e con i suoi due mentori, Geppino Silvestri, uno dei più grandi maestri italiani di pugilato e suo figlio Lino, che hanno cominciato a prendersi cura di lui fin da tredicenne. Il suo è un vero atto di resistenza alla condizione di solitudine in cui ci si può trovare quando si ricevono responsabilità premature e si vive in uno Stato che non ti conosce e non ti riconosce.
Nonostante tutto Ciro vuole farcela, si avvilisce, si chiude, poi trova la forza e riparte.
Ciro è un giovane pugile di Napoli, dell’antico quartiere Ventaglieri, nel centro storico della città. La sua storia è quella di un mite che pratica uno sport di sfida cruenta e che, nella parte di mondo nella quale vive, aggredisce le difficoltà della vita con tenerezza e silenziosa tenacia, da campione leale. Il film racconta i silenzi, il respiro, i corpi, i ring, le urla dei tifosi-bambini, la tenerezza di Ciro in forte contrasto con la rudezza del mondo della boxe, il rapporto che ha con la madre, con la fidanzata Annarita e con i suoi due mentori, Geppino Silvestri, uno dei più grandi maestri italiani di pugilato e suo figlio Lino, che hanno cominciato a prendersi cura di lui fin da tredicenne. Il suo è un vero atto di resistenza alla condizione di solitudine in cui ci si può trovare quando si ricevono responsabilità premature e si vive in uno Stato che non ti conosce e non ti riconosce.
Nonostante tutto Ciro vuole farcela, si avvilisce, si chiude, poi trova la forza e riparte.
scritto, fotografato e diretto da Marcello Sannino
Parallelo 41 produzioni
(Italia, 2009 – 57 minuti, DigiBeta)
Sarà presente il regista
Ciro è un giovane pugile di Napoli, dell’antico quartiere Ventaglieri, nel centro storico della città. La sua storia è quella di un mite che pratica uno sport di sfida cruenta e che, nella parte di mondo nella quale vive, aggredisce le difficoltà della vita con tenerezza e silenziosa tenacia, da campione leale. Il film racconta i silenzi, il respiro, i corpi, i ring, le urla dei tifosi-bambini, la tenerezza di Ciro in forte contrasto con la rudezza del mondo della boxe, il rapporto che ha con la madre, con la fidanzata Annarita e con i suoi due mentori, Geppino Silvestri, uno dei più grandi maestri italiani di pugilato e suo figlio Lino, che hanno cominciato a prendersi cura di lui fin da tredicenne. Il suo è un vero atto di resistenza alla condizione di solitudine in cui ci si può trovare quando si ricevono responsabilità premature e si vive in uno Stato che non ti conosce e non ti riconosce.
Nonostante tutto Ciro vuole farcela, si avvilisce, si chiude, poi trova la forza e riparte.
Al centro di questa monografia vi sono gli immaginari di un gruppo di ragazzi di origine straniera, tutti pugili dilettanti di una palestra di boxe della Bolognina, quartiere della prima periferia bolognese. Entrare in questa palestra nata nel 1950 ha significato fare i conti con cinquant’anni di pugilato a Bologna, con la storia di uno sport nato nei circoli del Dopolavoro operaio, con la cultura della socialità e del tempo libero in uno dei territori più “popolari” della città. Per questa società pugilistica hanno combattuto, infatti, molti operai che lavoravano nelle numerose fabbriche metalmeccaniche che hanno caratterizzato il territorio della Bolognina. Dall’inizio degli anni Ottanta, con la chiusura delle fabbriche metalmeccaniche e con il contemporaneo arrivo nel quartiere dei primi immigrati – la Bolognina è oggi il territorio in cui la loro presenza in città è più significativa -, la palestra ha aperto le porte a pugili di origine non italiana, cambiando i metodi di insegnamento, i tempi di allenamento, la stessa organizzazione sociale. Oggi i giovani pugili che vi si allenano sono adolescenti, dai 12 ai 25 anni, che in parte frequentano la scuola, gli istituti tecnici della Bolognina, in parte sono alle prese con le prime esperienze nel mondo del lavoro. Le loro storie sono al centro di questo libro in cui una palestra di boxe è utilizzata come finestra per leggere le trasformazioni che hanno caratterizzato questa prima periferia di Bologna negli ultimi anni.
Napoli.
Un fine settimana qualsiasi di un presente continuo che non sta da nessuna parte.
Dalla pineta del Villaggio Coppola fino agli scogli di Mergellina, tra fumi di spazzatura e topi, Giovanni attraversa una vita da camorrista senza farsi troppe domande. Un matrimonio combinato, un padre boss, un’esistenza allineata al Sistema, finchè un giorno Giovanni incontra Salvatore.
E in Salvatore si perde.
È un’attrazione consumata di nascosto, una volta al mese sugli scogli. Ma questo amore indebolisce il legame che fa forte la famiglia, non è tra le tante avventure che il figlio di un boss può permettersi. Giovanni i discorsi troppo complicati non li capisce, sa solo che le cose vanno messe a posto in qualche modo. Una questione di equilibrio.
Bianco e nero feroce e dialoghi serrati per il romanzo a fumetti della coppia di lavoro Bindi/MP5 (premio Lucca Comics 2009). Tratto dal libro rivelazione di L.R. Carrino, Acqua Storta è un noir che trova in Napoli il punto di partenza per attraversare uno scenario umano molto più ampio.
Napoli.
Un fine settimana qualsiasi di un presente continuo che non sta da nessuna parte.
Dalla pineta del Villaggio Coppola fino agli scogli di Mergellina, tra fumi di spazzatura e topi, Giovanni attraversa una vita da camorrista senza farsi troppe domande. Un matrimonio combinato, un padre boss, un’esistenza allineata al Sistema, finchè un giorno Giovanni incontra Salvatore.
E in Salvatore si perde.
È un’attrazione consumata di nascosto, una volta al mese sugli scogli. Ma questo amore indebolisce il legame che fa forte la famiglia, non è tra le tante avventure che il figlio di un boss può permettersi. Giovanni i discorsi troppo complicati non li capisce, sa solo che le cose vanno messe a posto in qualche modo. Una questione di equilibrio.
Bianco e nero feroce e dialoghi serrati per il romanzo a fumetti della coppia di lavoro Bindi/MP5 (premio Lucca Comics 2009). Tratto dal libro rivelazione di L.R. Carrino, Acqua Storta è un noir che trova in Napoli il punto di partenza per attraversare uno scenario umano molto più ampio.
Napoli.
Un fine settimana qualsiasi di un presente continuo che non sta da nessuna parte.
Dalla pineta del Villaggio Coppola fino agli scogli di Mergellina, tra fumi di spazzatura e topi, Giovanni attraversa una vita da camorrista senza farsi troppe domande. Un matrimonio combinato, un padre boss, un’esistenza allineata al Sistema, finchè un giorno Giovanni incontra Salvatore.
E in Salvatore si perde.
È un’attrazione consumata di nascosto, una volta al mese sugli scogli. Ma questo amore indebolisce il legame che fa forte la famiglia, non è tra le tante avventure che il figlio di un boss può permettersi. Giovanni i discorsi troppo complicati non li capisce, sa solo che le cose vanno messe a posto in qualche modo. Una questione di equilibrio.
Bianco e nero feroce e dialoghi serrati per il romanzo a fumetti della coppia di lavoro Bindi/MP5 (premio Lucca Comics 2009). Tratto dal libro rivelazione di L.R. Carrino, Acqua Storta è un noir che trova in Napoli il punto di partenza per attraversare uno scenario umano molto più ampio.
track 06 800euro. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 03 radical chic. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 04 dedicata a chi dice qualche bugia per bulloneria.. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 07 Agli ufficiali giudiziari. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 11 Collasso. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 14 Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 09 Gennaro. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 01 dedicata a chi sogna di uccidere il proprio datore di lavoro. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 02 La prossima sigaretta. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 15 Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 10 A Mario Iaquinta. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 12 Mia Natasha. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Track 13 Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 05 A un maestro assoluto. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
track 08 Fuori dai giochi. Vivace, "colorata" ed eclettica è la musica della Shabada' orchestra, direttamente da Napoli, che affronta con ironia e icasticità il destino di una generazione di stipendi e sogni precari
Nella saittella colano i liquidi destinati alle fogne, ma colano anche vite. Vite che, nella saittella, trovano alimento, ostacoli imprevisti, sentieri torbidi. Questi racconti di vita restituiscono l’immagine di una città ben lontana dagli stereotipi che le vengono, da troppe parti, affibbiati. Demoliscono l’idea della separazione netta: da un lato i cittadini, dall’altra i miserabili. Le gabbie culturali in cui i protagonisti di questo libro dipanano le loro esistenze non si differenziano di molto, se non per la palese assenza di risorse materiali, da quelle di un cittadino della società legittima.
Nella saittella colano i liquidi destinati alle fogne, ma colano anche vite. Vite che, nella saittella, trovano alimento, ostacoli imprevisti, sentieri torbidi. Questi racconti di vita restituiscono l’immagine di una città ben lontana dagli stereotipi che le vengono, da troppe parti, affibbiati. Demoliscono l’idea della separazione netta: da un lato i cittadini, dall’altra i miserabili. Le gabbie culturali in cui i protagonisti di questo libro dipanano le loro esistenze non si differenziano di molto, se non per la palese assenza di risorse materiali, da quelle di un cittadino della società legittima.
Attraverso le testimonianze dei soggetti invitati (giornalisti, editori, traduttori, sindacalisti, scrittori e lavoratori precari) cercheremo di capire quali sono i meccanismi che hanno portato a pensare che l’esternalizzazione selvaggia, la mancata crescita professionale, l’intermittenza del lavoro e l’inadeguatezza delle retribuzioni siano l’unico mezzo per far sì che l’editoria italiana resti in piedi.
Attraverso le testimonianze dei soggetti invitati (giornalisti, editori, traduttori, sindacalisti, scrittori e lavoratori precari) cercheremo di capire quali sono i meccanismi che hanno portato a pensare che l’esternalizzazione selvaggia, la mancata crescita professionale, l’intermittenza del lavoro e l’inadeguatezza delle retribuzioni siano l’unico mezzo per far sì che l’editoria italiana resti in piedi.
Attraverso le testimonianze dei soggetti invitati (giornalisti, editori, traduttori, sindacalisti, scrittori e lavoratori precari) cercheremo di capire quali sono i meccanismi che hanno portato a pensare che l’esternalizzazione selvaggia, la mancata crescita professionale, l’intermittenza del lavoro e l’inadeguatezza delle retribuzioni siano l’unico mezzo per far sì che l’editoria italiana resti in piedi.
Risposta al comunicato per l' assenza dell' associazione editori (AIE) e racconti dal vero di due redattrici: le loro esperienze lavorative e contrattuali.
Attraverso le testimonianze dei soggetti invitati (giornalisti, editori, traduttori, sindacalisti, scrittori e lavoratori precari) cercheremo di capire quali sono i meccanismi che hanno portato a pensare che l’esternalizzazione selvaggia, la mancata crescita professionale, l’intermittenza del lavoro e l’inadeguatezza delle retribuzioni siano l’unico mezzo per far sì che l’editoria italiana resti in piedi.
Tavola rotonda che si propone di mettere al centro della discussione i cambiamenti del settore editoriale avvenuti negli ultimi anni e le condizioni di lavoro di chi vi opera in modo spesso precario e senza tutele.
Nove reportage inediti. Nove storie da quell’arcipelago metropolitano che è Napoli. Ritratti di gruppo e singole vite: gli africani vittime del clan dei Casalesi, gli operai in cassa integrazione di Pomigliano, gli attori di strada di Gomorra, il parcheggiatore abusivo di piazza Mercato, il tredicenne suicida di Villaricca, l’operaio del depuratore di Cuma, il ragazzo che insegna italiano ai cinesi, il medico dell’ex manicomio di Aversa, l’agronomo che sfida i “vampiri” del territorio campano. E due storie disegnate. Vicende, luoghi e persone riscattati dai risvolti della cronaca, narrati in modo da ricostruire il passato accanto al presente, per svelare dettagli di cui nessuno ci aveva mai parlato. Sangue amaro è il secondo annuario prodotto dalla redazione di «Napoli Monitor», mensile indipendente di cronache, inchieste, reportage e disegni.
Nove reportage inediti. Nove storie da quell’arcipelago metropolitano che è Napoli. Ritratti di gruppo e singole vite: gli africani vittime del clan dei Casalesi, gli operai in cassa integrazione di Pomigliano, gli attori di strada di Gomorra, il parcheggiatore abusivo di piazza Mercato, il tredicenne suicida di Villaricca, l’operaio del depuratore di Cuma, il ragazzo che insegna italiano ai cinesi, il medico dell’ex manicomio di Aversa, l’agronomo che sfida i “vampiri” del territorio campano. E due storie disegnate. Vicende, luoghi e persone riscattati dai risvolti della cronaca, narrati in modo da ricostruire il passato accanto al presente, per svelare dettagli di cui nessuno ci aveva mai parlato. Sangue amaro è il secondo annuario prodotto dalla redazione di «Napoli Monitor», mensile indipendente di cronache, inchieste, reportage e disegni.